ASSIOLOGIA DELLA POLIS.
Luigi F. Daniele .
– Cosa vuol dire questo pensiero?
– Cosa significa per noi oggi?
– Come interpretare il messaggio di Antistene con le chiavi di lettura del contemporaneo?
Pensiamo al valore del Merito, al lavoro, a cosa oggi vale affermarsi, all’ambizione, al coraggio, alla τιμή, αρετή, κλέος, a questi valori omerici, ai nostri maestri, ai modelli, oppure pensiamo all’esprimerci solo per servilismo ipocrita, o per la vigliaccheria , all’opportunismo
Apparentemente, questa frase emblematica del filosofo greco Antistene potrebbe parlare solo di meritocrazia, ma nel profondo ci sono dei messaggi più elevati.
Ovvero: se una comunità – come diciamo nella sezione Pensiero Futuro, una sorta di manifesto- non sa riconoscere il proprio valore [άξιος] , non imparerà mai dalla propria storia, dal proprio passato, allora non solo quella determinata comunità non ha gli strumenti per cambiare atteggiamento, ma anche perde l’interesse, cioè la meraviglia nel ricercare tali valori.
Spesso noi obbediamo alle leggi, ma quando queste leggi diventano troppe, e spesso fuorvianti , viene da chiedersi a quali valori queste leggi siano ancorate, quale è la loro ratio eziologica? (1) Montesquieu, ne “la bouche de la Loi ” direbbe che “le leggi inutili indeboliscono quelle necessarie “
ANTISTENE probabilmente risponderebbe in tal caso che non bisognerebbe seguire le leggi e le convenzioni sociali perché «Il sapiente non deve vivere seconde le leggi della città, ma secondo quelle della virtù».
Vedete, è proprio da queste virtù che la società contemporanea dovrebbe ripartire, gettare le basi, le fondamenta, le Radici da cui fare rinascere un nuovo modello di civiltà, che ai tempi di Antistene avremmo chiamato πόλις.
Un tempo a decadere per mano e a causa di uomini corrotti ed incapaci erano le πόλεις del Peloponneso, oggi invece per le medesime ragioni decadono le nazioni e gli Stati.
Come il Rizoma che affonda le proprie radici verso il basso nella terra, durante la propria crescita non vede barriere od ostacoli ma semplicemente la crescita verso l’infinito, άπειρον, così la nostra società non si deve porre limiti o barriere ma deve edificare i propri valori verticalmente, mai orizzontalmente.
Mi viene in mente quella poesia di un poeta corale che studiai al liceo, mi riferisco a Pindaro ed in particolare alla terza Pittica:
” O anima mia ( θυμός) , non aspirare alla vita immortale ma esaurisci il campo del possibile”
La risposta ai problemi non è mai binaria: bianco o nero, si o no, positivo o negativo, a favore di questo o a favore dell’altra idea/posizione . Dobbiamo diventare capaci di congetturare la realtà con delle nuovi chiavi di lettura, con delle nuove lenti che siano in grado di analizzare le dinamiche della realtà, consci del fatto che il paradigma del 21esimo secolo non è quello del precedente e probabilmente cambierà sempre più spesso, cambiamento frutto della tecnologia e delle nuove tecniche scientifiche che chiamano ”progresso” ma che sembra farci sprofondare in un baratro di alienazione e di decadenza dal punto di vista umano.
Dobbiamo dunque capacitarci della nuova realtà che verrà stabilendo connessioni produttive in qualsiasi direzione.