*di LUIGI FILIPPO DANIELE.
“Discorso della servitù volontaria” di Étienne de La Boétie è un’opera che si distingue per la sua acuta analisi della natura umana e del potere politico. Scritto nel XVI secolo, questo trattato esplora il paradosso per cui gli uomini, nonostante aspirino alla libertà, si sottomettano volontariamente a un’autorità oppressiva.
La Boétie, con una prosa incisiva ed un ragionamento lucido, indaga le ragioni psicologiche e sociali dietro questa apparente contraddizione. Egli sostiene che la servitù non sia imposta solo dalla forza, ma è spesso accettata e persino desiderata dalle masse. Questa accettazione passiva della dominazione è ciò che La Boétie definisce “servitù volontaria“.
Il filosofo si interroga innanzitutto sul perché le persone siano disposte a rinunciare alla loro libertà personale e a sostenere un tiranno che ha potere solo perché glielo concedono. La Boétie vede nella servitù volontaria una forma di abitudine, quasi una seconda natura, che si radica profondamente negli individui fino a diventare parte della loro identità.
La Boétie non si limita solo ad un’attenta critica della tirannide, ma estende anche il suo ragionamento alla società nel suo complesso e nella sua generalità, suggerendo che ogni forma di potere si basi su un consenso, seppur implicito, dei governati. La sua analisi anticipa concetti moderni come la teoria del contratto sociale (Rousseau) e la psicologia delle masse(Gustave Le Bon).
Il “Discorso della servitù volontaria” è quindi un testo provocatorio che sfida il lettore a riflettere sulla propria complicità nei confronti delle strutture di potere e sulla difficoltà di perseguire la vera libertà. La Boétie offre una visione senza tempo della lotta tra autorità e autonomia, una lotta che continua a risuonare nei dibattiti contemporanei sulla politica e la società.
L’opera di La Boétie rimane un manifesto profondo per l’indipendenza dello spirito e un monito contro l’acquiescenza alla dominazione. È un invito a rompere le catene della servitù, non solo quelle fisiche, ma soprattutto quelle mentali che ci legano a un’autorità ingiusta. “Discorso della servitù volontaria” è un classico eterno che continua a ispirare coloro che cercano di comprendere le dinamiche del potere e la libertà umana.
Il Film “V per Vendetta” ( regia di James McTeiguie) ed il “Discorso sulla servitù volontaria” di Étienne de La Boétie sono collegati tematicamente, anche se non direttamente, in quanto condividono una riflessione sul potere e la libertà individuale.
Nel film “V per Vendetta“, queste idee trovano una rappresentazione visiva e narrativa potente:
Prima di tutto per la critica della tirannia: Il Regno Unito nel film è governato da un regime totalitario che utilizza il terrore, la censura e la propaganda per mantenere il controllo della popolazione. Proprio come nel “Discorso sulla servitù volontaria”, la gente accetta questo stato di cose per paura o per apatia.
In secondo luogo per la ribellione contro l’oppressione: Il protagonista V incarna l’idea di resistere alla tirannia, cercando di risvegliare la coscienza collettiva della popolazione. La sua lotta è motivata dalla convinzione che le persone, se solo smettessero di accettare passivamente il dominio del governo, potrebbero riprendersi la propria libertà.
In ultima analisi per il Potere ed il consenso: Proprio come La Boétie sottolinea che il potere dei tiranni dipende dall’obbedienza del popolo, V crede che il regime crollerà se le persone decideranno di non obbedire più. Nel film, V cerca di ispirare i cittadini a non essere complici della loro oppressione.
Citazioni rilevanti
Nel film, una delle frasi più celebri di V è:
“Il popolo non dovrebbe temere il proprio governo, è il governo che dovrebbe temere il proprio popolo.”
Questa citazione riflette l’idea centrale del saggio di La Boétie: il potere dei tiranni è fragile perché si basa sull’accettazione e sul consenso delle persone. Se il popolo smette di obbedire, la tirannia cade.
Entrambe le raffigurazioni esplorano pertanto il tema della liberazione dall’oppressione e del ruolo fondamentale della coscienza e dell’azione individuale per far cadere La Tirannia. Dunque il film può essere concepito come una manifestazione moderna delle idee di La Boétie trasportate in un contesto distopico e contemporaneo
BIOGRAFIA.
Étienne de La Boétie è stato un filosofo, scrittore, politico e giurista francese nato il 1º novembre 1530 a Sarlat. Orfano in giovane età, fu allevato dallo zio e si formò in un ambiente culturale influenzato dall’Umanesimo italiano. Dopo aver studiato diritto all’Università di Orléans, La Boétie divenne Consigliere al Parlamento di Bordeaux nel 1554. È noto soprattutto per il suo “Discorso della servitù volontaria”, un’opera che critica la tirannia e l’accettazione passiva della dominazione. La sua amicizia con Michel de Montaigne è celebre, e Montaigne descrisse La Boétie nei suoi “Essais“. La Boétie morì di peste il 18 agosto 1563 a Germignan.