Di Emanuele Pestrichella.
Con la venuta dell’età moderna, periodizzata dal 1492, con la scoperta alias conquista delle Americhe, fino al 1789 con la rivoluzione francese che getta le basi per la democrazia occidentale moderna, iniziano a sorgere problemi legati alla comprensione logica della religione cristiana. Difatti, con la nascita degli studi filologici e con il passaggio dal teocentrismo all’antropocentrismo, la società si fece ben presto secolarizzata e con una mentalità razionalistica. La diffusione della figura professionale del mercante, la crescente alfabetizzazione della popolazione, benchè ancora riservata ai nobili e alle ricche famiglie, fa nutrire uno sguardo accorto e critico della religione cristiana.
Il panorama, al tempo, che si prospettava, non rispecchiava i canoni dell’integerrimità e della rettitudine morale. Gli ecclesiasti (chierici e altri) erano esenti dal corrispondere le imposte, il popolo era dedito alla compravendita delle indulgenze (solo con l’equivalente monetario potevi redimerti dai peccati), tra sacerdoti e vescovi era costume la simonia (commercio delle cariche ecclesiastiche) e il concubinato (nonostante l’abnegazione degli officianti era ancora pratica ricorrente sposarsi). Tra il 1483 e il 1484, a seconda delle interpretazioni ancora al vaglio della storiografia, nasce Martin Lutero.
Il padre si chiamava Hans Luder: Luther, pertanto, fu uno pseudonimo che iniziò a utilizzare più tardi, con l’inizio dell’età adulta. Nel 1505 il giovane Martin entrò in convento, per scelta sua, e prestò i suoi servigi all’ordine degli eremiti agostiniani, guidati a quell’epoca da Johannes von Staupitz. L’obbiettivo di Martin, con questa decisione, era di rifugiarsi in monastero per fuggire dal mondo, con i suoi pericoli, e concentrare ogni risorsa per la preghiera; facendo penitenza era possibile raggiungere la pace dell’anima, la fiduciosa certezza della salvezza eterna. Nel 1512, Lutero divenne professore di Sacra Scrittura all’università di Wittenberg, incaricato di tenere negli anni 1515-1516, un corso sulla “Lettera ai Romani” dell’apostolo Paolo. In esso ravvisò un pessimismo antropologico, lo stesso pessimismo che veniva maturando da tempo. Lutero non riteneva coerentizzata la giustificazione mediante la sola fede con l’idea che l’uomo doveva subire, in purgatorio, un processo più o meno lungo di purificazione.
Nell’ottobre del 1517, il professore di Wittenberg espose organicamente e divulgò le proprie opinioni con la pubblicazione delle 95 tesi. Egli contestava non le modalità di dispensazione delle indulgenze; al contrario è il concetto in sè di indulgenza che mette in discussione perchè versare una somma di denaro per avere un percorso più agevolato di purificazione dai peccati per lui era inconcepibile. Inoltre riteneva assurdo che gli introiti delle indulgenze venivano usati dalle autorità ecclesiastiche e dal papato per indirizzarli all’arruolamento di eserciti o per costruire chiese e palazzi sempre più splendidi.
Così ha inizio la Riforma Protestante e la dottrina luterana comincia ad assumere connotati sempre piu dissimili dalla religione tradizionale. Difatti egli concepiva solo il battesimo e l’eucarestia come sacramento a differenza dei 7 del Cristianesimo. Inoltre per avere contatto diretto con Dio non serviva la mediazione di sacerdoti e vescovi ma ogni cristiano era sacerdote di se stesso attraverso la lettura personale della Bibbia. Altre due differenze che ci permettono di capire i punti di contrasto tra dottrina luterana e dottrina cattolica sono: la salvezza che è un dono divino che ricevi solo attraverso la fede mentre per i cattolici la salvezza si ottiene attraverso le opere buone e la grazia di dio; la Bibbia era riservata al clero e scritta in Latino mentre per i Luterani spetta ad ogni cittadino e viene tradotta in volgare tedesco; il sacerdozio è distinto in clero e laici e i preti sono tenuti al celibato mentre per i luterani il sacerdozio è universale e prevede la figura dei pastori (che possono sposarsi). La chiesa nel 1521 scomunicò Lutero. Nel corso del concilio di Trento, che si svolse tra il 1545 e il 1563, furono approvati provvedimenti per la moralizzazione della vita del clero: il divieto di accumulare cariche, l’istruzione dei preti nei seminari insieme al catechismo romano e l’obbligo del celibato. Per combattere le eresie e gli eresiarchi, la chiesa istituì il Santo Uffizio dell’Inquisizione, un tribunale ecclesiastico che metteva al rogo le persone che andavano contro i precetti cristiani, l’Indice dei Libri Proibiti (che fu un elenco di pubblicazioni proibite dalla chiesa cattolica creato nel 1559 da papa Paolo IV) e la Compagnia di Gesù ovvero i gesuiti missionari cui era demandato il compito di evangelizzare le popolazioni indigene delle Americhe.