L’analisi letteraria de “Il Rosa Tiepolo” di Roberto Calasso, evidenzia vari aspetti della vita e dell’arte di Giovanni Battista Tiepolo, famoso pittore veneziano del XVIII secolo.
Calasso svela un Tiepolo complesso, la cui personalità e tecnica pittorica si intrecciano indissolubilmente. Emerge come un maestro della “sprezzatura”, un’arte di celare l’arte, trasmettendo un’apparenza di facilità e naturalezza, che si riflette sia nella sua vita privata sia nella sua produzione artistica.
Tiepolo, come descritto da Calasso, sembra vivere in simbiosi con Venezia, una città teatrale, piena di contrasti, di riflessi e ombre. La città diventa uno scenario liquido e trasparente, ideale per un artista che trasforma tutto ciò che tocca in una grande fantasmagoria, un Re Mida del pennello. Calasso sottolinea come Tiepolo riuscisse a infondere una leggerezza e grazia uniche nelle sue opere, proteggendo in tal modo il suo pensiero e trasformando ogni realtà in una spettacolare rappresentazione teatrale.
Un altro elemento fondamentale del ritratto di Tiepolo tracciato da Calasso è la sua irriverenza. Tiepolo sfidava il sacro e il profano, i potenti committenti, inserendo simboli nascosti e elementi di sfida. La sua pittura è descritta come una continua provocazione, caratterizzata da una rapidità esecutiva leggendaria e da una costante disinvoltura.
Le figure femminili di Tiepolo, ricorrenti nelle sue opere, sono descritte da Calasso come portatrici di una bellezza frivola, equivoca e opulenta. Indipendentemente dal loro status – siano esse principesse, ninfe, dee o maghe – incarnano una bellezza talvolta volgare. Questa rappresentazione della femminilità riflette la capacità di Tiepolo di raccontare storie e glorie di casate e personaggi di alto rango come se fossero romanzi a puntate, dove gli attori cambiano maschere, trucchi e costumi, ma restano sempre gli stessi.
Calasso evidenzia anche il lato più oscuro e saturnino di Tiepolo, che emerge nelle sue opere meno conosciute, quelle create senza la pressione di committenti. Questi lavori, come le incisioni dei “Capricci e Scherzi di Fantasia”, rivelano una predilezione per soggetti esoterici e demoniaci, con un inquietante catalogo di serpenti crocefissi, maghi orientali, filosofi, e creature misteriose.
Il libro di Calasso non solo illumina la genialità artistica di Tiepolo, ma anche la sua capacità di nascondere il vero significato delle sue opere sotto una superficie apparentemente leggera e frivola. Tiepolo emerge come un artista incompreso per molto tempo, le cui opere, per un certo periodo, furono rimosse dalla memoria collettiva, quasi non fossero mai esistite.
Infine, per Calasso, Tiepolo rappresenta l’ultimo soffio di felicità in un’Europa e in un’epoca al tramonto, dove la sua pittura, caratterizzata da una forte componente erotica e da una celebrazione della frivolezza, avvolge ogni cosa in una modulazione di luce unica. Questo dominio dell’immagine sul pensiero, la sua insistenza nel dipingere l’invisibile e la sua ariosità senza gravità, spiegano perché Tiepolo fu tanto amato quanto frainteso.
Questa analisi mostra come “Il Rosa Tiepolo” di Roberto Calasso offra un ritratto complesso e sfaccettato di Giovanni Battista Tiepolo, evidenziando la profondità e la modernità della sua arte attraverso un’interpretazione che mescola biografia, critica d’arte e riflessione filosofica.
~ Immagine: “Ai giorni di Saffo” (1904). John William Godward (inglese, 1861-1922).