TENSIONI DURANTE LA GUERRA FREDDA

Di Emanuele Pestrichella. 

Il 4 ottobre 1957, i sovietici, ancora sotto le mire massimaliste del regime comunista, sebbene uscenti da un’epoca di barbarie, di repressione veemente e di ostracismo, grazie al contributo di una nuova figura politica nella scena globale, il presidente sovietico Krusciov, misero in orbita il primo satellite terrestre denominato “Sputnik”. Temendo una possibile offensiva dai russi, gli americani si sentirono minacciati e messi in pericolo da un controllo sovraaereo (spaziale) da parte dei sovietici. La situazione divenne ancora più delicata quando, nell’isola caraibica di Cuba, scoppiò una rivoluzione di matrice comunista, che rese ancora più fragile e frammentata la congiuntura periclitante nel contesto militare della Guerra Fredda.

L’isola di Cuba, al tempo, era un protettorato della civiltà statunitense, dove il regime politico era di tipo dittatoriale e l’isola era assoggettata alle dipendenze della potenza americana. La popolazione cubana era soprattutto contadina e di campagna, punteggiata da grandi fondi di proprietà dei potenti signori terrieri. La coltivazione delle piantagioni tabacchiere e delle canne da zucchero era pressoché dominante e inveterata da tempo. Nella capitale cubana, l’Havana, invece giravano grandi uomini d’affari statunitensi, capitale che era urbanizzata secondo un modello dominato da locali ludici (case da gioco), da bische, da tenutari gerenti di postriboli e da tutta una serie di giri di prostituzione.

Ancora oggi la situazione non è cambiata del tutto, questo retaggio ha trovato in in alcune parti un suo mantenimento e una sua conservazione. Nel 1956, un gruppo di intellettuali, stanchi delle prebende della signoria terriera e adirati per una poveraglia, sempre più ai margini della strada, e per un pauperismo invalso, decisero di dare vita a un’intensa attività di guerriglia nei confronti del dittatore Fulgencio Batista, che deteneva il potere. La lotta si svolse nel gennaio 1959, che si concluse con la completa vittoria dei rivoluzionari. Le due figure più di rilievo di questi moti rivoluzionari furono Fidel Castro, la guida, e Ernesto Guevara (detto “Che”), suo luogotenente che, essendo che esecrava il potere, rinunciò a tutte le sue cariche politiche a Cuba. Prima di questa scelta, divenne ministro dell’economia e avviò un ingente politica di riforme agrarie finalizzate alla redistribuzione delle terre detenute fin dal principio dai grandi latifondisti conducendo una attività di nazionalizzazione delle agenzie creditizie, delle industrie e delle imprese di commercio. Infatti, Che Guevara prese, come modello di ispirazione, l’ideologia marxista. Che Guevara aveva portato la popolazione cubana ad un tasso decisamente più elevato di alfabetizzazione, arrivando da un tasso di analfabetismo del 25% a un livello del 4%. Visto l’impossibilità di rovesciare il regime rivoluzionario, il governo di Washington ricorse all’embargo economico. L’Unione Sovietica di Krusciov si offrì come nuovo partner commerciale offrendo ai cubani il proprio petrolio in cambio dello zucchero e del tabacco prodotti nell’isola caraibica. Essendo diventata più significativa la presenza e il controllo dei sovietici nell’isola, il governo di Kennedy, nonostante i suoi concioni pronunciati a favore di una riduzione della miseria e del degrado nelle nazioni del mondo, guardò ai russi nutrendo titubanze e illazioni per un possibile conflitto mondiale.

A Cuba, i Sovietici fecero costruire postazioni missilistiche contro gli americani minacciando l’incolumità dei loro territori. Tali installazioni furono scoperte dagli americani nel corso delle ricognizioni aeree compiute tra il 15 e il 18 ottobre 1962. Kennedy non prese a cuor leggero l’operazione nefasta dei sovietici e, pertanto, non accettò il fatto compiuto senza reagire. Il 22 ottobre, un altro discorso solenne pronunciato da Kennedy trapela la ferma volizione del presidente statunitense ad iniziare un blocco navale, impedendo l’approdo di imbarcazioni nell’isola caraibica. Temendo uno scontro fatale e un esito sfavorevole, Krusciov decise di rappacificare i rapporti con gli americani in ragione del fatto di una possibile degenerazione del conflitto in una guerra nucleare. La capitolazione del presidente sovietico fece giungere il prestigio e la rinomanza dello stesso al suo declino portando alle dimissioni da guida dell’unione sovietica ritirandosi contestualmente a vita privata. Kennedy, l’altro protagonista della crisi politico-militare del secondo dopoguerra, fu invece assassinato a Dallas, in Texas, il 22 novembre 1963, per cause che ancora oggi la storia e lo stato americano non ha chiarito del tutto.

Lascia un commento