L’ analisi dell’opera “Il capitalismo della sorveglianza” di S. Zuboff *di LUIGI FILIPPO DANIELE.
“Il capitalismo della sorveglianza sta racchiuso in questa parola: predittività, cioè prevedere e al tempo stesso manipolare, condizionare, plasmare le scelte che saranno fatte quando ci si collega a un sito internet o quando si clicca per acquistare una merce.”
Il capitalismo della sorveglianza, Luiss University Press, Roma, 2019
“Il capitalismo della sorveglianza: Il futuro dell’umanità nell’era dei nuovi poteri” di Shoshana Zuboff è un’opera monumentale che esplora le dinamiche del capitalismo moderno, focalizzandosi su come le grandi aziende tecnologiche abbiano trasformato i dati personali in una merce preziosa. Zuboff, professoressa emerita alla Harvard Business School, introduce il concetto di “capitalismo della sorveglianza“, quale sistema economico che sfrutta l’esperienza umana come materia prima per la produzione di dati comportamentali.
Il libro è diviso in diverse sezioni che analizzano la storia e l’evoluzione delle aziende tecnologiche, come Google e Facebook, e il loro ruolo nel plasmare una nuova forma di capitalismo. Zuboff descrive come queste aziende raccolgano, analizzino e vendano dati comportamentali per prevedere e influenzare il comportamento umano, creando un mercato dei “futuri comportamentali”. Questo processo, secondo l’autrice, rappresenta una minaccia per la democrazia e la libertà individuale, poiché le persone diventano oggetti di sorveglianza e manipolazione continua.
Zuboff critica quindi aspramente il modo in cui queste pratiche sono diventate pervasive e accettate nella società moderna, spesso senza il consenso informato degli utenti. Dal libro si può così dedurre un messaggio forte : un appello alla resistenza contro questa forma di oppressione economica e un invito a ripensare il nostro rapporto con la tecnologia e i dati personali.
Biografia.
Shoshana Zuboff è una delle voci più influenti nel campo della tecnologia e della società. Nata il 18 novembre 1951, ha conseguito il dottorato in psicologia sociale presso l’Università di Harvard. La sua carriera accademica è stata principalmente legata alla Harvard Business School, dove ha insegnato per oltre tre decenni.
Zuboff ha iniziato la sua carriera accademica esplorando l’impatto delle tecnologie dell’informazione sul lavoro e sull’organizzazione. Il suo primo libro, “In the Age of the Smart Machine: The Future of Work and Power” (1988), è stata un’opera pionieristica che ha esaminato come le tecnologie informatiche stessero trasformando il lavoro e il potere nelle organizzazioni.
Negli anni successivi, Zuboff ha continuato a esplorare le implicazioni sociali e politiche delle tecnologie digitali. Il suo lavoro più recente, “Il capitalismo della sorveglianza” (2018), ha consolidato la sua reputazione come una delle principali critiche del potere delle grandi aziende tecnologiche.
Oltre alla sua carriera accademica, Zuboff è una prolifica scrittrice e commentatrice, con articoli pubblicati su importanti testate come The New York Times, The Financial Times e The Guardian. È anche una conferenziera molto richiesta, nota per le sue analisi approfondite e provocatorie sulle implicazioni sociali della tecnologia.
Shoshana Zuboff vive attualmente a Cambridge, Massachusetts, dove continua a scrivere e a parlare delle sfide e delle opportunità del mondo digitale. L’opera che abbiamo analizzato rappresenta, da un lato, un contributo fondamentale per la comprensione critica del ruolo della tecnologia nella società contemporanea e, allo stesso tempo, costituisce un invito a riflettere su come possiamo costruire un futuro più equo e democratico.
Bibliografia.
Il capitalismo della sorveglianza, Luiss University Press, Roma, 2019